

Il Titolo della Masseria, deriva dal proprietario di cui si ha memoria, Giovanni Ayroldi vissuto tra il 1696 e il 19783. Ha origini antichissime, di cui non si ha certezza se non basandosi sugli stili architettonici che la compongono, differenti e armoniosi tra loro, che solo un lavoro di costruzione lento fatto in centinaia di anni. Era un punto di riferimento, rifornimento per viandanti e briganti.
Col suo ampliamento si ha la prima dat, 1715.

Il Nome della Masseria deriva dal proprietario di cui si ha memoria, Giovanni Ayroldi, vissuto tra il 1696 e il 1783. Ha origini antichissime, di cui non si ha certezza se non basandosi sugli stili architettonici che la compongono, differenti e armoniosi tra loro. Era un punto di riferimento, approvvigionamento per viandanti e briganti.
Col suo ampliamento si ha la prima data, 1715.

Era il cuore pulsante di un latifondo, un piccolo mondo, in cui una comunità crescente viveva e lavorava la terra.
Un luogo sicuro, circondato da mura a protezione dei raccolti, degli animali e delle famiglie che risiedevano lí.
Nell'ingresso vi è una iscrizione d'ispirazione evangelica:
Si Deus pro nobis, quis contra nos?
Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?
Accompagnata dalle lettere MAG...
Magnificus Ayroldi Giovanni.

Le superfici utili al pascolo e all'agricoltura aumentavano insieme ai lavoranti, ai quali fu assicurata una dimora sicura ed il conforto della fede.
Nel 1769 fu inalzata così la cappella intitolata alla Madonna del Rosario.
La messa era il momento più importante e accoglieva tutti gli abitanti della Masseria senza alcuna distinzione di casta.

Maestosi Lecci punteggiano il territorio circostante e testimoniano solenni e isolati un cambiamento del paesaggio.
Furono piantate distese di ulivi.
L'uomo fu capace di creare una masseria e di incorniciarla in un panorama incantevole fatto d'oro.
Ad oggi i terreni della masseria si estendono per più di 35 ettari con quasi 3000 piante di ulivo.

Divenuta un paradiso, per le forme e la posizione, il proprietario decise di renderla la sua abitazione stabile, modificandone volumetria e spazi.
Una dimora.
Si passò dal creare mura a protezione dei forti venti e dai briganti, ad architettare elementi di forte impatto visivo. Il Balconcino e le finestre per accogliere il paesaggio e il tramonto testimoniano questo.
Una vista su ogni fronte.

Un luogo, un ecosistema autonomo, pensato per accogliere.
Oggi questa storia torna a noi, come un monumento, grazie all'impegno della famiglia Pastore, al suo lavoro di restauro, fedele alla tradizione, ai colori e ai materiali per restituirci un nuovo concetto di ospitalità.
Masseria Fortificata Ayroldi.